La leggenda di Sperlonga cela da migliaia di anni il mistero dell’antica città di Amyclae
Ti piacerebbe approfondire la leggenda di Amyclae? Abbiamo pochi indizi, ma dal nostro punto di vista potremo provare a svelare il segreto della città muta
Amyclae è il nome di una città molto antica che si trovava nell’odierno sud del Lazio e che misteriosamente scomparve tre mila anni fa.
Non possiamo dire esattamente dove si trovasse. Tuttavia molti autori latini la collocano in un ipotetico triangolo tra le città di Sperlonga, Fondi e Terracina.
Perché siamo così incerti sulla sua collocazione?
Beh, a dire il vero, nessuno ha mai trovato rovine della città di Amyclae.
Allora, com’è che abbiamo cominciato a raccontare la storia di questa città?
Come detto prima, molti autori latini hanno scritto di Amyclae durante l’età romana.
E ci hanno dato pochi ma importanti indizi: Amyclae regnò in silenzio (“et tacitis Regnavit Amyclae”, Plinio, Naturalis Historia) e fu distrutta dai serpenti (“Amyclae a serpentibus deletae“, ibid.).
Cosa potrebbe significare?
Prima di tutto, nell’antica Roma (quando i latini ne hanno scritto), Amyclae era già una leggenda (e tale è rimasta).
E se dovessimo ritenere attendibili agli autori latini di qualcosa che era accaduto mille anni prima di loro, sarebbe come se qualcuno considerasse noi testimoni per dei fatti accaduti nel Medioevo.
Ma dopotutto, come tutte le leggende, Amyclae conferisce a Sperlonga e ai suoi dintorni il fascino del mistero.
Una cosa è certa: la leggenda di Amyclae ha a che fare con la storia e con il mito. E ci offre un paio di indizi (il silenzio e i serpenti).
Molti hanno tentato di risolvere il mistero di Amyclae.
Qualcuno ha ipotizzato che con “Serpente”, per esempio, gli autori si riferissero al nome di un popolo (come gli Oschi, che in etrusco sta per “Serpenti”) venuto ad attaccare la città di Amyclae e poi stanziato sui colli vicini.
Per quanto riguarda la leggenda del silenzio, invece, qualcuno sostiene che gli Amyclani fossero seguaci di una setta pitagorica che imponeva di tacere, e che quindi, quando furono attaccati, non poterono lanciare l’allarme.
In realtà ciascuna città del triangolo amyclano tende a collocare Amyclae sul proprio territorio.
E così fanno anche gli sperlongani!
Ad essere onesti tuttavia, la maggior parte degli indizi che abbiamo raccolto mostrano che Amyclae doveva proprio trovarsi da qualche parte attorno a Sperlonga.
Ma si tratta pur sempre di una leggenda e tutte le ipotesi potrebbero essere vere.
Quello di cui siamo certi è che anche in Laconia (Grecia) nei pressi di Sparta esisteva una città chiamata Amyclae.
Fu lì che, secondo Omero, Ulisse e tutti i guerrieri achei si incontrarono, sotto il comando di Agamennone. E fu proprio lì che decisero l’assalto a Troia, dopo che Paride, Principe di Troia, aveva rapito Elena, la bella moglie del Re Menelao di Sparta.
Il bello è che gli spartani oggi raccontano le stesse leggende sulla loro Amyclae: gli abitanti di Amyclae non erano autorizzati a parlare e la città morì in silenzio. Inoltre dicono che sono stati i serpenti a distruggere la città, come anche gli autori latini scrivevano a proposito della Amyclae di Sperlonga.
Curioso, no?
Il mistero si infittisce!
Com’ è possibile che due città così distanti l’una dall’altra abbiano la stessa storia?
Qualcuno potrebbe sbagliarsi.
Eppure la leggenda del silenzio ci ricorda il carattere proverbiale dei laconi: erano taciturni e quando parlavano era per sparare sentenze taglienti come spade. Qui un bell’approfondimento sul carattere degli spartani.
Dopotutto, la leggenda della nostra Amyclae vuole proprio che sia stata fondata dagli spartani giunti sulla costa di Ulisse, dopo la guerra di Troia.
Un fatto molto importante collega inoltre l’età romana e Sperlonga con l’ Amyclae spartana e i guerrieri achei.
Forse ci permette di aggiungere qualche altro indizio su questa leggenda.
L’Imperatore Tiberio credeva fermamente che la sua famiglia (la gens Claudia) discendesse dall’eroe dell’Odissea: Ulisse.
Tiberio aveva una passione sconfinata per le arti ed era ossessionato dalla bellezza. Perciò chiese a tre artisti di Rodi (Atenodoro, Polidoro e Agesandro) di scolpire i principali episodi della vita e delle avventure di Ulisse.
L’Imperatore Tiberio era dunque certo che Amyclae fosse esistita vicino alla sua villa di Sperlonga.
E lo crediamo anche noi!
Oggi possiamo ammirare la bellezza dei capolavori che hanno decorato la Villa di Tiberio all’interno del Museo Archeologico Nazionale di Sperlonga.
Vieni a visitare la Villa e le magnifiche sculture: è un’esperienza indimenticabile.
Dai un’occhiata in giro, magari sarai proprio tu a trovare finalmente le rovine di Amyclae!
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